In molti pensavamo che Trump, una volta insediato alla Casa Bianca, avrebbe attenuato i toni, sarebbe giunto a più miti consigli, avrebbe omaggiato con maggiore sobrietà il ruolo istituzionale che gli è stato affidato. Non è così, egli ha anzi spiazzato un po' tutti, compresa la stessa Giorgia Meloni, adottando un atteggiamento radicale, più radicale ancora di quello adottato nel corso della campagna elettorale.
Così possiamo già comporre un bell'elenco puntato delle sue sparate: Panama, Groenlandia, Canada, clima, Gaza, Zelensky.
Qualcuno, specie a sinistra, lo descrive come un folle o, nella migliore delle ipotesi, come un diabolico destabilizzatore degli equilibri mondiali. Serve a qualcosa definirlo matto? Fa comprendere qualcosa della realtà? Anche Silvio Berlusconi, negli anni novanta, fu definito matto, tecnicamente intendo, magari ci si è dimenticati, ma si sprecarono in tal senso le "analisi" di eminenti psichiatri. Definire matto o malato di mente o disturbato il proprio avversario politico, è un vizio tipico della sinistra, non a caso in Unione Sovietica il manicomio era la destinazione che i potentati prediligevano assegnare ai dissidenti. No, se vogliamo comprendere il fenomeno trumpiano, dobbiamo accoglierlo e comprenderlo, poi, se del caso, discuterlo ed anche avversarlo. Bisogna dedicare meno energie a cosa Trump non fa o a cosa Trump fa male e dedicare molte più energie a cosa l'Europa deve poter fare, al ruolo che deve poter esercitare, all'influenza che deve poter agire.
C'è un elemento di innovazione nell'approccio di Trump? Certamente sì, come, in modo differente, c'è nell'approccio di Milei. Cosa ci dice Trump? Ci dice: la fase storica post-bellica che abbiamo trascinato fino ad oggi, va chiusa; non si confronteranno più blocchi contrapposti, ma si svilupperanno accordi bilaterali fra Paesi; le alleanze fra i diversi Paesi non si declineranno attraverso l'appartenenza a un blocco, ma attraverso la condivisione di ideali politici.
Già, ideali politici. Essi potranno essere rappresentati, come nel caso di Trump, da una pura reazione oscurantista alla prepotenza della retorica woke e iper-ambientalista, oppure potranno essere rappresentati da un impianto ideale realmente innovativo. Bisogna metterci mano.